Anche prima avevamo questa tendenza; anche prima degli Smart-phone la tendenza era quella dell’indifferenza: “non faccio male a nessuno questo è quel conta”; e non ci si può aspettare di più da un branco cresciuto con la catechesi dei Dieci Comandamenti che insegnano a non fare: Non commettere atti impuri, Non rubare, Non dire falsa testimonianza, Non uccidere…e che non ha mai distribuito generosamente l’unico vero comandamento katholikós (universale): “Ama il tuo prossimo come te stesso”.
Oggi dietro alla tela di un telefono l’indifferenza si è dilatata, le distanze sono cresciute, la vita è diventata sempre più simile alla finzione cinematografica; siamo operatori di una cinepresa che cattura le bruttezze del mondo delle quali pensiamo di essere solo spettatori; così si afferra il telefono, si cerca l’angolo migliore, si entra sui social e si avvia la diretta perché in questo modo diventa tutto lontano anche se un uomo sta morendo a due metri da noi.
Se qualcuno avesse scelto di mettere in tasca l’indifferenza e fosse intervenuto per fermare il folle aggressore, Alika oggi sarebbe ancora vivo ma è evidente che un centinaio di like valgono più di una vita umana.